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Lerici, alla sede dei mitilicoltori arriva l'impianto che ricicla le retine di plastica | Video

Lerici, alla sede dei mitilicoltori arriva l'impianto che ricicla le retine di plastica | Video
È arrivato presso la sede dei mitilicoltori spezzini, a Santa Teresa di Lerici, l’impianto mobile sperimentale che sminuzza le retine usate ai vivai dei muscoli e le ricicla, evitando che vengano gettate via, o peggio ancora che finiscano in mare. È una iniziativa del progetto europeo Life Muscles, nato per mitigare gli effetti dannosi della dispersione di plastica. L’attenzione si è concentrata sulle tonnellate di retine in polipropilene utilizzate dai mitilicoltori per far crescere la semenza. A fronte di una produzione di molluschi che in Italia supera le 90 mila tonnellate, vengono utilizzate fino a mille tonnellate di retine in plastica, chiamate “calze”. In passato una gran parte di queste calze usate finiva in mare. Gli allevatori le portano ora a riva, all’impianto di Santa Teresa. Il progetto Life Muscles vuole dare a questa plastica una seconda vita.  Ad accogliere ieri il mezzo mobile di riciclaggio c’erano il presidente e il direttore della cooperativa mitilicoltori, Paolo Varrella e Federico Pinza, che presiede anche l’associazione mediterranea acquacoltori. «Siamo uno dei due centri di produzione di muscoli selezionati in Italia - spiega Varrella - il Gargano in Puglia e Lerici in Liguria. Questo sistema che sminuzza le retine in polipropilene e le rende riciclabili, è in grado di trattare fino a 300 chili di plastica al giorno, dando nuova vita. L’impianto è mobile proprio per potersi spostare vicino ai centri di produzione. È un esempio concreto di economia circolare per il mare e per la mitilicoltura». Questa è una delle azioni del progetto Life Muscles, coordinato da Legambiente con partner scientifici di spessore come le Università di Bologna e di Siena, La Sapienza di Roma e per l’industria Novamont, Rom Plastica. «Il progetto è finanziato per 3 milioni di euro - spiega Varrella - 1.6 milioni da parte dell’Europa. L’impianto che adesso è arrivato qui da noi, verrà poi utilizzato per attività dimostrative in altre aree d’Italia e all’estero. Le calze realizzate con il polipropilene riciclato sono state analizzate in laboratorio e hanno evidenziato proprietà meccaniche paragonabili a quelle realizzate in polimero vergine». Garantiscono resistenza alla trazione e capacità di sostenere. Un importante passo in avanti è stato fatto, sottolinea il presidente, per una mitilicoltura più sostenibile, che «riduce l’impatto sull’ecosistema marino». Le azioni previste sono più d’una. «L’altra, fondamentale, che ci vede ancora protagonisti - prosegue - è la sperimentazione di calze riciclate e biodegradabili. Stiamo dimostrando che si possono sviluppare le tecniche più efficaci per raggiungere standard di qualità per un’acquacoltura sostenibile, prendendo in considerazione prima di tutto il buono stato di salute ambientale». Santa Teresa è la splendida insenatura lericina ove hanno sede anche i centri ricerca Enea, Cnr e Ingv. Questa vicinanza ha visto nascere progetti di ricerca importanti come Smart Bay, un laboratorio naturale in cui collaborano ricerca, tecnologia, turismo sostenibile e molluschicoltura. I mitilicoltori sono parte «anche di questo lavoro di studio, pensato per per contrastare gli effetti del cambiamento climatico». In questo caso la ricerca verte sui  gusci di muscoli ed ostriche, creati dai molluschi catturando il carbonato di calcio. «La CO2 presente in mare - spiega Varrella - si combina in modo da formare poi il guscio. In questo modo vengono sottratti inquinanti. Allevare mitili è positivo per l’ambiente, aiuta a contrastare l’alterazione climatica». Non solo. Si punta anche a valorizzare i gusci  da un punto di vista economico, sociale ed ambientale, attraverso il riciclo, anche reimmettendoli in mare, attraverso la creazione di strutture ad impatto zero per favorire l’insediamento di organismi marini.  (di Sondra Coggio)

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